Questa Guida Galattica è stata originariamente pubblicata come esclusiva Subscriber l’11 Luglio 2018.
Al giorno d’oggi, il Sistema Oretani è ricordato più come una leggenda che una realtà. Scoperto durante l’epoca d’oro della nostra espansione tra le stelle, il Sistema ha scioccato l’Umanità dopo che l’unico punto di salto collegato all’universo conosciuto collassò senza riformarsi mai più. Questo tragico incidente lasciò isolati migliaia di coloni. Ad oggi, nonostante le molte ipotesi, la verità sul loro destino è ancora sconosciuta.
Nonostante attualmente sia irraggiungibile, noi di Guida Galattica lo abbiamo ritenuto degno di un nostro articolo. Un modo per onorare le tragiche perdite e per aiutare a distinguere i fatti dalle finzioni che aleggiano intorno al Sistema.
ERA ESPANSIONISTA
L’ottimismo dell’Umanità riguardo l’insediamento spaziale raggiunse il picco nel 25° secolo. Una confluenza di fattori sociali e pressioni politiche avevano reso lo spazio il ‘destino manifesto’ del millennio. In effetti, in molti ritenevano l’espansione tra le stelle non solo naturale, ma anche necessaria. Le risorse naturali in diminuzione e la sovrappopolazione sulla Vecchia Terra alimentarono lo sviluppo volto all’esplorazione spaziale e alla tecnologia di terraformazione. La scoperta dei punti di salto da parte di Nick Croshaw, poi, aprì le porte ad inimmaginabili potenziali nuove risorse.
In mezzo a tutto questo sfrenato ottimismo, nel Sistema Ferron Micah Zahir restò senza un lavoro. Si guadagnava da vivere come operatore di scanner minerari su Asura, ma la lentezza burocratica ed alcune controversie legate ai diritti di estrazione finirono per soffocare le opportunità di lavoro per gli appaltatori. I recenti miglioramenti apportati allo scanner ed al radar della nave avevano lasciato Zahir al verde, perciò finì per accontentarsi di lavorare per pochi crediti come scorta per convogli di rifornimenti. Uno di questi convogli, ricevuta comunicazione che dei fuorilegge stavano battendo la loro solita rotta, decise di allontanarsi dal solito percorso. Controllando il radar con estrema attenzione, Zahir notò uno strano ping. Una serie di scansioni prima che l’anomalia svanisse confermarono che non si trattava di un’altra nave. Il convoglio proseguì verso la sua destinazione, ma lo strano segnale aveva catturato la curiosità di Zahir. Tornò in seguito da solo svolgendo un’analisi approfondita che infine portò alla scoperta del fatidico punto di salto verso Oretani.
Nel corso del 2481, Zahir visitò più volte Oretani per scansionarlo accuratamente. Quando infine riferì della sua scoperta, decise di dare al Sistema il nome della sua nave preferita nel film Blast Caster. Usò i guadagni della vendita alle UNE per acquistare immobili su Selene. Quando morì nel 2577, era divenuto uno dei maggiori proprietari terrieri del Sistema Vega. Il suo necrologio nel Selene Sentinel elogiava il suo senso degli affari, la filantropia, e lo descriveva come un ‘uomo moderno che si è fatto da solo, la cui eredità alla comunità sopravvivrà al Sistema da lui scoperto.’
TERRA RI-FORMATORI
La scoperta di Oretani suscitò grande entusiasmo. Era composto da sei pianeti, due dei quali dichiarati potenzialmente abitabili, ed una cintura di asteroidi ricca di minerali. Grazie all’iniziativa espansionistica delle UNE e i numerosi progressi tecnologici, ci fu un boom di richieste per ottenere contratti governativi da parte delle corporazioni di terraformazione. Le UNE infine concessero l’opportunità di rendere Oretani II abitabile a Turiya Terraforming. I media la ritennero una scelta politicamente sicura e progressista. Nonostante l’azienda non avesse mai terraformato un pianeta prima, la CEO Adriana Bratanek aveva assunto soltanto esperti dell’industria ed era riuscita ad ottenere il sostegno di investitori importanti, che la misero nelle condizioni di iniziare immediatamente con i lavori.
La Bratanek incarnava l’ambizione e l’ottimismo di quell’era. Non pensava che la terraformazione fosse solo l’anticamera dell’abitabilità planetaria, quanto il suo stadio iniziale. Oltre a pagare un extra ai terraformatori esperti, offriva ai lavoratori ed alle sue famiglie alloggi gratuiti sulle stazioni spaziali all’interno del Sistema, a condizione che si fossero trasferiti sul pianeta una volta reso abitabile. La Bratanek sosteneva che l’iniziativa avrebbe migliorato il morale dei lavoratori e la qualità del loro operato, in quanto stavano creando la loro futura dimora.
Spinti da una serie di assunzioni da parte delle UNE ed un’enorme campagna marketing, furono migliaia i lavoratori che saltarono nel Sistema con le loro famiglie per aiutare con la terraformazione. La promessa di poter essere i primi coloni su un nuovo pianeta incontaminato rese gli anni vissuti a bordo della stazione spaziale più leggeri. Gli analisti industriali osservavano con grande interesse, ma molti si chiedevano preoccupati se attrarre lavoratori per tagliare infine i loro profitti non avrebbe generato costi aggiuntivi. Altri credevano che se tali cambiamenti avessero portato a dipendenti più felici e ad un calo di incidenti, allora si trattava di una scelta positiva.
Le prime macchine per la terraformazione su Oretani II vennero attivate nel 2483. Circa un anno dopo, l’operazione era al massimo della capacità ed i primi risultati erano migliori del previsto. La Bratanek si presentò di fronte alla commissione UNE per vantare che Turiya era in anticipo sui tempi e rientrava con avanzo nel budget. Grazie alla strategia aggressiva dei media operata da Turiya, al pubblico arrivavano solo notizie positive su Oretani, ma gli addetti ai lavori erano infastiditi dalle notizie che uscivano dal Sistema. Si raccontavano storie di occasionali razionamenti di cibo su alcune stazioni spaziali, che aveva infine portato alla nascita di un fiorente mercato nero. Altre famiglie si sentirono truffate quando scoprirono che Oretani II era un pianeta oceanico – un fatto che casualmente i reclutatori di Turiya avevano omesso di specificare nelle aree in depressione economica dell’Impero. Improvvisamente, il sogno di possedere un appezzamento di terreno venne sostituito dalla realtà di dover vivere su una piattaforma nel mezzo di un oceano infinito.
Nel tentativo di ridurre la negatività che serpeggiava sempre più nelle notizie, la Bratanek invitò una manciata di giornalisti a visitare insieme a lei il Sistema e le operazioni di Turiya. L’11 Aprile 2485, due giorni dopo il loro ingresso nel Sistema, il punto di salto che connetteva Oretani a Ferron collassò improvvisamente, tagliando tutte le connessioni con il resto della civiltà.
NON SI TORNA A CASA
Perdere Oretani fu un duro colpo per l’Umanità. L’idea di un’espansione facile e sicura attraverso le stelle era stata rovinata. Quando arrivarono le prime notizie della perdita di Oretani, erano in molti a credere che una cosa simile fosse impossibile. Si sapeva che i punti di salto erano instabili, ma sparire completamente era tutt’altra storia.
Le UNE inviarono una flotta imponente di navi scientifiche e da scansione in Ferron nella speranza di riaprire il punto di salto oppure scoprirne uno nuovo. Le migliori menti dell’Umanità offrirono il loro aiuto, e varie compagnie sparse nell’universo donarono crediti e forniture per aiutare la causa. Le menti più brillanti delle UNE erano alle prese con una domanda di livello cosmico: si può riaprire un punto di salto collassato? Tutti i loro sforzi si rivelavano inutili mentre la ricerca frenetica si trasformava in un’esplorazione sistematica delle opzioni disponibili. I giorni divennero settimane, poi mesi, e nonostante l’accaduto fosse ancora nei pensieri di tutti, iniziò a farsi strada la realizzazione che il Sistema potesse essere perduto per sempre. Alla fine, le UNE ridussero a malincuore le risorse dedicate alla riscoperta di Oretani ed installarono una vasta gamma di sensori nei pressi della posizione del punto di salto scomparso. Venne inoltre dispiegata una flotta di ricognitori dell’esercito, assegnata a pattugliare regolarmente la regione.
La paura che il fatto potesse accadere di nuovo trattenne i coloni dall’avventurarsi ulteriormente tra le stelle, ed i Sistemi iniziarono ad accumulare scorte per essere sicuri di potersi autosostenere nel caso accadesse l’impensabile. Anche la popolazione era scossa da tutto questo. I Sistemi che disponevano di più punti di salto videro un aumento di immigrazione, ed in tantissimi tornarono anche sulla Vecchia Terra – l’esatto opposto di ciò che le UNE speravano di realizzare.
Al giorno d’oggi il governo UEE mantiene i numerosi sensori posizionati in passato e i ricognitori continuano a pattugliare quel settore di Ferron nella speranza che il punto di salto si riapra. Sono passati secoli ma non si hanno ancora buone notizie. Anzi, tutte le testimonianze di persone che sono riuscite ad uscire dal Sistema o persino a trasmettere messaggi sono state confermate essere bufale. La più famosa di queste fu il cosiddetto ‘Radiofaro Oretani’, che si diceva fosse stato trovato da Erling Bradford nel 2506. La registrazione di una voce tremolante che dichiara di essere una sopravvissuta di Oretani venne in seguito smascherata, provando che era stata creata da Erling e sua nipote. Indipendentemente da questo, alcuni credono ancora che il pretesto sia una prova evidente che il contatto con il Sistema è possibile.
Nonostante il desiderio di sapere cosa sia successo agli abitanti di Oretani, attualmente possiamo fare soltanto delle supposizioni. Molti sperano che anche se il vecchio punto di salto non si riapre, potrebbe sempre venirne scoperto un altro, per poter finalmente scoprire il fato delle anime perdute così tanto tempo fa.
ORETANI I
Le scansioni indicarono che questo mesopianeta era posizionato a circa 0.27 UA dalla stella di sequenza principale K5 al centro del Sistema. Anche se Oretani I avesse posseduto risorse di valore, estrarle sarebbe stato difficile considerando la sua vicinanza alla stella.
ORETANI II
Un grande pianeta oceanico comodamente posizionato nella fascia verde del Sistema. Nonostante la mancanza di grandi masse di terra emersa, si rivelò essere un buon candidato per la terraformazione, e la vasta risorsa idrica venne considerata essenziale per il supporto della vita nel Sistema. Guardando i documenti, sono in molti a dire che se fosse stato scoperto oggi, gli abitanti di quel mondo sarebbero qualificati per essere protetti dall’Atto per le Pari Opportunità, ma al tempo non si prestava molta attenzione alle forme di vita autoctone. L’espansione e la terraformazione avevano priorità assoluta.
Una volta terraformato, Turiya aveva pianificato di erigere enormi piattaforme attorno ai raccoglitori d’acqua per poter supportare l’adiacente comunità e riuscire comunque ad inviare metà della sua produzione agli altri luoghi. I dipendenti che lavoravano come terraformatori sarebbero passati permanentemente a gestire i raccoglitori d’acqua, mentre alle loro famiglie sarebbe stato concesso di aprire attività in proprio o provvedere i servizi essenziali alla piattaforma. Se qualcuno sta ancora abitando Oretani, si presume che questo pianeta giochi un ruolo importante per la loro sopravvivenza.
ORETANI III
Nonostante orbitasse oltre il limite della neve, Tirya credeva che questo pianeta di ghiaccio potesse ancora tornare utile come mondo abitabile. La compagnia condusse numerosi controlli, e nonostante non abbiano mai reso pubbliche le loro scoperte, erano convinti del fatto che terraformare Oretani III si sarebbe rivelato un lavoro utile. Al tempo, gli esperti specularono che l’azienda potesse aver trovato vasti giacimenti di risorse sotto il ghiaccio, e che potenzialmente avessero pianificato di costruire insediamenti nelle profondità della superficie una volta che queste risorse fossero state rimosse. Nel frattempo, gli scettici suggerivano che si trattava soltanto di uno stratagemma per catturare l’interesse degli investitori sul potenziale futuro della compagnia. Sfortunatamente, il punto di salto collassò prima che Turiya potesse spiegare cosa avevano trovato di così interessante in quella palla di neve.
CINTURA DI ORETANI ALPHA
Con i suoi numerosi asteroidi ricchi di azoto, la cintura divenne velocemente dimora fissa di numerosi stazioni agricole costruite per aiutare ad alimentare l’enorme afflusso di coloni. Nell’attesa che i pianeti divenissero pronti per essere coltivati, la cintura aiutò a fornire una risorsa di cibo più economica rispetto alle spedizioni interstellari. Quando il punto di salto collassò, furono in molti a sperare che queste fattorie riuscissero ad aiutare gli abitanti rimasti bloccati nel Sistema.
ORETANI IV
Un nano gassoso con un’atmosfera densa ed estesa. Prima del collasso, nella sua orbita era stata costruita una sola stazione di raccolta. Negli scenari di sopravvivenza virtuali generati dal computer, i gas raccolti qui avrebbero potuto essere utilizzati in molti modi per la produzione industriale di cui i coloni avevano bisogno per realizzare avamposti di superficie abitabili.
ORETANI V
Idrogeno ed elio si mescolano e ruotano insieme dando forma a questo gigante gassoso che si trova ben lontano dal limite della neve del Sistema.
ORETANI VI
Un distante pianeta nano che impiega 103.390 giorni standard per orbitare attorno al margine del Sistema.
AVVISI DI VIAGGIO
Nonostante sia impossibile visitare Oretani, questi ha insegnato all’Umanità i pericoli di viaggiare in Sistemi con un singolo punto di salto come accesso. Noi di Guida Galattica speriamo che una simile tragedia non si ripeta mai più, ma è importante essere consapevoli di tali rischi durante il viaggio.
VOCI NEL VENTO
‘Fai parte anche tu del futuro dell’Umanità! Oretani ha bisogno di coloni per trasformare il Sistema nel paradiso di domani!’
– Estratto dalla brochure di reclutamento “Terraformiamo Oretani”, 21.03.2482
“Siamo scioccati e rattristati nell’apprendere che oggi abbiamo perduto le anime coraggiose che si erano avventurate in Oretani. Mentre il governo e la gente delle UNE si impegna nel trovare una soluzione a questa terribile tragedia, dobbiamo tutti renderci conto che forse abbiamo osato avventurarci troppo lontano. Forse abbiamo posto troppa fiducia nel nostro dominio sull’universo. Abbiamo volato troppo vicini al sole, e ci è stato ricordato dei pericoli presenti là fuori.”
– Kerri Moloney, annuncio del collasso del punto di salto, Universal News Service, 11.04.2485
Articolo originale disponibile presso Roberts Space Industries.