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La puntata dell’Around the Verse di questa settimana è dedicata agli aggiornamenti sulle astronavi del gioco, con particolare riferimento alla Anvil Terrapin ed alla nuova Aegis Vulcan.

 

La Forma delle Navi

La Forma delle Navi è un segmento dell’Around the Verse incentrato sugli aggiornamenti sullo sviluppo delle navi di Star Citizen. In questi episodi viene approfondito lo stato dei velivoli del gioco, nuovi e vecchi, con interviste ai team impegnati a lavorarci.

La puntata di questo mese è dedicata al velivolo da esplorazione Anvil Terrapin, che verrà implementato con la 3.1, ed alla nuova nave multiruolo Aegis Vulcan.

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Aegis Vulcan

L’Aegis Vulcan è una nave di supporto multiruolo. Non è adatta al combattimento o al trasporto, ma è perfetta per le operazioni di rifornimento e riparazione.
Star Citizen prevede già dei mezzi specializzati per questi due ambiti, rispettivamente la Starfarer e la Crucible. Tuttavia, essi sono estremamente costosi ed esigenti in termini di personale necessario per operarli. Rappresentano l’endgame di queste due carriere, per cui non sono adatte a coloro che vogliono soltanto limitarsi a provare il gameplay ad esse correlato. Per questo motivo, si è deciso di creare un vascello che invece permettesse di avere un assaggio dei meccanismi di rifornimento e riparazione: l’Aegis Vulcan.
La Vulcan è sostanzialmente la nave starter dedicata a queste tipologie di carriera ed è in grado di svolgere egregiamente entrambi questi compiti, ma su piccola scala. Nel caso in cui rimaniate alla deriva nello spazio senza munizioni, carburante o con un qualche danno ai motori, la Vulcan sarà il mezzo da chiamare per rimettervi in sesto quanto basta per arrivare alla più vicina stazione o zona di atterraggio.

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Le operazioni di rifornimento, riparazione e riarmamento potranno essere effettuate mediante i quattro droni presenti a bordo.
La Vulcan possiede due stazioni di controllo che permettono di operare questi droni, due per volta. Tuttavia ogni drone è in grado di svolgere una sola operazione. Se quindi se ne lancia uno configurato per le attività di riparazione, esso non potrà fare altro fino a quando non ritornerà alla Vulcan. Dal momento che ogni postazione può gestire contemporaneamente fino a due droni, sarà possibile rifornire o riarmare un vascello in difficoltà, oppure ripararlo e rifornirlo.

Poiché la Vulcan può ospitare un equipaggio di massimo tre persone, sarà possibile utilizzare nello stesso momento entrambe le postazioni droni per svolgere tutte le mansioni necessarie. Così facendo però si lascerà la nave indifesa.
Il velivolo possiede delle torrette controllabili mediante le stesse postazioni da cui sarà possibile gestire i droni. Di conseguenza l’equipaggio sarà costretto a scegliere tra attivare tutti i droni, oppure mantenere un minimo di potenza offensiva. Ciò nonostante, l’operatore dei droni avrà la capacità di mettere in standby i droni attivi, oppure assegnare loro un’IA, per poi attivare quelli rimasti a bordo. In questo modo sarà comunque possibile operarli tutti insieme per massimizzare l’efficienza.

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Lasciare però i droni attivi per lunghi periodi di tempo aumenterà anche la probabilità che questi si danneggino o vengano distrutti. Potrebbero urtare la nave attorno a cui stanno lavorando, oppure potrebbero incorrere in qualche malfunzionamento, divenendo inutilizzabili.
Dal momento che il loro numero è limitato, perderne anche soltanto uno costituirà una grosso danno per la Vulcan. La presenza a bordo di quattro droni va vista in quest’ottica: nella maggior parte dei casi, soltanto un operatore sarà impegnato a gestirli. Per cui in caso succeda qualcosa ad uno di essi, ce ne saranno sempre due di scorta pronti per l’utilizzo.

Il meccanismo di riparazione sarà simile a quello attualmente visibile sulle stazioni CryAstro. Il carburante per il rifornimento invece verrà pompato da un serbatoio dedicato situato sul ventre delle nave.
In aggiunta ai droni, la Vulcan dispone di quartieri abitabili per l’equipaggio, un ridotto spazio cargo di 12 SCU situato nel retro, direttamente davanti la rampa di accesso, e tutto l’essenziale per le operazioni prolungate nello spazio, come un bagno ed un cucinino.

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Dal punto di vista artistico e del design, la Vulcan è sostanzialmente una nave industriale Aegis.
Per il suo sviluppo verranno riutilizzate le risorse già create per gli altri vascelli dello stesso produttore, con alcune variazioni. Per quanto riguarda invece l’aspetto esterno, sono state create tre livree, di cui una militare e due civili.

La Vulcan sarà disponibile fino alla fine di Aprile a partire da Giovedì, 22 Febbraio.

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Aggiornamenti di Sviluppo

La Constellation Phoenix è entrata nella fase di gray box.
I team stanno lavorando agli interni ed agli esterni della versione del modello ad elevata conta poligonale. In questa fase verranno implementate le luci e tutte le funzionalità di lusso della nave, come l’acquario, l’area bar e la jacuzzi.

Il gray box della Hurricane, che presto verrà passata al team di design tecnico per la messa a punto, è quasi completo.

La Hammerhead è entrata nella fase di gray box.
I lavori attuali sono incentrati sulla realizzazione del muso e del corridoio centrale della nave, che riutilizzerà buona parte delle risorse create per la Idris. Sono invece in fase di sviluppo gli asset modulari specifici per questo vascello, come la struttura giroscopica estendibile delle torrette.

La revisione della Mustang è nella fase di gray box, mentre il team di design tecnico sta ricontrollando le sue funzionalità aggiornate.

Le nuove risorse artistiche della versione aggiornata della Avenger sono prossime al completamento. Queste includono un nuovo modulo EMP per la Warlock e nuovi carrelli di atterraggio per tutte le varianti, proporzionali alla nuova stazza del velivolo.

La Razor, la Reclaimer, la Cyclone e la Terrapin sono prossime al completamento e verranno rilasciate con l’aggiornamento 3.1.
La Reclaimer richiede delle nuove animazioni per il sistema di atterraggio ed articolazione dei propulsori VTOL, mentre la Razor, la Cyclone e la Terrapin necessitano di effetti VFX appositi.

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Anvil Terrapin

La Anvil Terrapin è il primo passo nel mondo delle navi specializzate per l’esplorazione.
È un vascello capace di ospitare fino a due membri dell’equipaggio ed è caratterizzato da ridotto spazio cargo e potenza offensiva, ma elevate capacità difensive. Dispone di una corazzatura avanzata con due modalità di operazione che gli permetteranno di sopravvivere a qualsiasi anomalia spaziale, incontro o disavventura. Oltre a questo, monta potenti scanner e sensori per le operazioni di ricognizione ed esplorazione.
Per via dell’equipaggiamento non offensivo e delle elevate caratteristiche difensive del mezzo, la Terrapin difficilmente verrà considerata una minaccia. Ciò potrebbe tornare utile nel caso in cui si incontreranno altre fazioni o razze non ostili del gioco, che quindi saranno meno guardinghe della vostra presenza.

Una caratteristica peculiare delle nave sono i propulsori.
La Terrapin dispone di propulsori VTOL articolati capaci di generare una spinta in più direzioni, a seconda del vettore di orientamento. Essi saranno fondamentali durante gli spostamenti in atmosfera: al contrario del volo spaziale, quello atmosferico richiede di generare una spinta costante verso l’alto, senza la quale il vascello si schianterebbe a terra.
Ma per capire appieno la loro importanza, bisogna prima approfondire lo stato del modello di volo attuale, nonché delle modifiche che verranno apportate in futuro.

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Nell’attuale versione del modello di volo tutti i propulsori si comportano più o meno allo stesso modo, principalmente perché non c’è una vera differenza tra spinta istantanea e spinta costante.
I propulsori di manovra, ad esempio, sono pensati per generare un vettore di spostamento istantaneo per riorientare il mezzo nello spazio. Possono essere utilizzati anche per le operazioni in atmosfera, in cui attualmente i velivoli risentono soltanto di una ridotta capacità di manovra.
Ma questo non è il loro scopo primario, in quanto non sono progettati per effettuare sforzi prolungati. Ciò che rende possibile il loro utilizzo anche nell’ambito atmosferico è l’assenza della funzionalità di surriscaldamento dei propulsori.

Nelle future iterazioni del modello di volo, questi componenti si surriscalderanno in seguito all’utilizzo prolungato al pari di tutti gli altri equipaggiamenti presenti a bordo delle navi.
Ciò varrà in particolar modo per i propulsori di manovra, mentre quelli principali ed i VTOL risentiranno meno di questo fattore. Il surriscaldamento causerà un malfunzionamento nel propulsore, che potrebbe erogare meno potenza o produrre spinte orientate lungo direzioni differenti da quella voluta dal pilota. Soprattutto nel volo atmosferico, ciò potrebbe portare ad un assetto di volo instabile o, in casi estremi, allo schianto della nave.

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I VTOL serviranno a contrastare questa possibilità.
Poiché sono progettati per l’utilizzo continuato, saranno in grado di generare una spinta costante e precisa anche nel caso di uso prolungato, assicurando la sopravvivenza del velivolo ed un suo più facile controllo.
I mezzi che non disporranno di questa categoria di propulsori, invece, dovranno affidarsi esclusivamente a quelli di manovra. Per cui le operazioni di atterraggio o di volo atmosferico dovranno essere effettuate con la massima attenzione e rapidità.

Un elemento critico nello sviluppo della Terrapin è stata la creazione degli interni.
Questa nave è la prima della serie Anvil a disporre di spazi interni calpestabili, per cui è stato necessario realizzare praticamente da zero tutte le risorse, il design e lo stile stesso degli interni di questo produttore. Mentre il design esterno della Anvil è ben noto e definito, quello degli interni non era ancora stato individuato, principalmente perché fino ad ora non erano mai stati realizzati vascelli multiequipaggio Anvil. Per questo motivo la Terrapin è stato oggetto di svariate iterazioni, durante le quali sono state individuate le caratteristiche che diventeranno peculiari degli interni delle navi Anvil: angoli a 30° e forme esagonali.

Altrettanta attenzione è stata prestata anche alla realizzazione della console di comando del vascello e della postazione di controllo dei sensori.
La prima ha un aspetto piuttosto ingombrante e militaristico, pieno di elementi analogici ma con materiali più lucidi di quelli usati per la Drake.
La seconda, situata nell’ambiente centrale della nave, è costituita da un sedile ruotante con un’interfaccia di comando a discesa, simile per certi versi agli apparati di sicurezza delle montagne russe.

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Per quanto riguarda invece la configurazione tecnica, la Terrapin ha da poco superato la fase di sviluppo degli stati di danneggiamento.
Durante questo processo viene definita la maniera in cui il vascello si rompe man mano che subisce danni, il modo in cui i vari pezzi si distaccano e le parti in cui si spezza quando viene distrutto. Ciò ha richiesto sia di preparare le risorse grafiche necessarie per la rappresentazione dei danni, sia di verificare che ciascuno di questi elementi si comportasse nella maniera giusta.
Questo vuol dire, ad esempio, che una volta perso un propulsore, questo si deve effettivamente sganciare dallo scafo assieme a tutti i suoi sottocomponenti ed essi devono smettere di funzionare. Stesso discorso vale per tutti quegli elementi che vengono danneggiati o distrutti durante un combattimento o in seguito ad un urto.
In aggiunta a questi controlli, è necessario anche preparare ed implementare tutte le risorse artistiche che verranno mostrate nel momento in cui il velivolo subirà dei danni. Si va dai graffi, le bruciature o le bozze nella corazza, fino ai tubi, la cavetteria e l’intelaiatura stessa dello scafo. Tutti questi elementi vanno realizzati ed aggiunti alle varie maschere di danneggiamento, così da comunicare appieno l’entità della punizione subita dal vascello. Stesso discorso vale per le texture e gli shader dei danni, oltre che le animazioni di movimento delle parti distaccate.

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La Terrapin è quasi completa, ma probabilmente in futuro riceverà altri interventi o aggiornamenti.
Come per quasi tutte le navi del gioco, durante il suo sviluppo è impossibile prevedere a priori se il mezzo si comporterà nella maniera voluta o se rispecchierà le caratteristiche della bozza originale. A volte può accadere che si trascuri qualcosa, oppure qualche elemento non funziona nella maniera desiderata e quindi bisogna intervenire nuovamente.
Per fare un esempio di questo genere di iterazioni, la Terrapin dispone di pulsanti per l’accensione e lo spegnimento delle luci interne. Questi sono interlacciati con il sistema di alimentazione e quello di illuminazione, così da risentire anche di eventuali cali di potenza o problemi energetici. Nessuna altra nave di Star Citizen al momento possiede questi pulsanti, semplicemente perché non erano stati presi in considerazione in precedenza.
Tuttavia, essi non sono in grado di controllare le luci di emergenza, perché queste sono associate direttamente alle condizioni del velivolo e vengono gestite esclusivamente dal sistema.

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Outro

A partire dal 22 Febbraio, la Aegis Vulcan sarà disponibile per l’acquisto all’interno dello store RSI. I membri Concierge hanno già l’opportunità di acquistare la versione Warbond al costo di 225$, iva inclusa.
La settimana successiva, invece, verrà rilasciato il consueto articolo di Q&A correlato a questo mezzo.

La puntata della Forma delle Navi di Marzo sarà dedicata alla Reclaimer ed alla Cyclone.

 

Articolo originale disponibile presso le Roberts Space Industries.