Questa Guida Galattica è stata originariamente pubblicata come esclusiva Subscriber il 10 Gennaio 2018.
In seguito al primo contatto con una specie aliena avvenuto nel 2438, la rapida colonizzazione di Virgil nei primi anni del venticinquesimo secolo scatenò un’espansione che durò per secoli. La trasformazione da mondo desolato a fiorente e lussureggiante insediamento di Virgil I era la prova tangibile del nuovo dominio dell’Umanità sulle stelle, e molti erano ansiosi di trovare ancora più mondi per solidificare ulteriormente quella realtà. Ufficializzato dallo UNE, il Progetto Stella Lontana era un’opera volta a portare il seme della civiltà Umana attraverso la galassia che aveva preso piede velocemente ed aveva catturato l’immaginazione di chiunque. Migliaia di esploratori in erba si affrettarono ad acquistare navi da ricognizione per scansionare le oscure distese dello spazio con la speranza di diventare il prossimo a scoprire un punto di salto. Nonostante molti di loro abbiano contribuito a trovare nuovi depositi di risorse o fenomeni scientificamente interessanti, quelli che riuscirono a portare l’Umanità tra nuove stelle furono solo una manciata.
Tra questi pochi fortunati, la scoperta di un punto di salto da parte di Tabatha Caster fu un evento unico, in quanto avvenuta dalla comodità della sua dimora su Marte. Appassionata di esplorazione ma impossibilitata a viaggiare a causa di una malattia cronica, Tabatha acquistava dati grezzi scannerizzati dalle navi che tornavano da Sistemi di frontiera come Virgil, Davien e Bremen. Utilizzando le informazioni ottenute dai punti di salto conosciuti come base per i suoi confronti, passava quasi tutto il suo tempo libero ad esaminare l’enorme quantitativo di dati che possedeva. I decenni di sforzi erculei finalmente la ripagarono nel 2463, quando notò che tre differenti navi avevano rilevato un errore nei pressi dello stesso settore in Davien. Se presi singolarmente non sarebbero stati sufficienti ad attivare nessuno dei software di analisi standard dell’epoca, ma combinati tra loro i dati suggerivano che avrebbe potuto esserci qualcosa. Tabatha contattò Jamel Normond, un navjumper indipendente da cui aveva acquistato dati in precedenza, e gli chiese di investigare le coordinate. Quello che trovò fu un tunnel di collegamento verso una stella di sequenza principale tipo-G giallo-bianca circondata da un Sistema di quattro pianeti.
I risultati della prima ispezione di “Cano”, parola composta dalle iniziali dei cognomi dei suoi scopritori, indicavano che tutti i mondi erano piuttosto inospitali, una delusione per coloro che speravano di trovare un nuovo mondo da aggiungere al Progetto Stella Lontana. Molti storici ritengono che proprio questa delusione portò alla decisione, nonostante tutto, di tentare un’improbabile terraformazione di Cano II.
I PIANI BEN STUDIATI
Cano II era un pianeta oceanico con un’atmosfera caustica ed irrespirabile, ben lungi dall’essere un candidato ideale. Alterare un’atmosfera tanto densa e tossica su un pianeta con oceani tanto grandi si sarebbe rivelata una sfida impegnativa, ancor di più con la tecnologia disponibile ai tempi. Si teorizza che se la proposta fosse stata fatta in un’era differente, il progetto di terraformazione non sarebbe mai stato approvato. Ma con una voglia di espansione più febbrile che mai, le voci del dubbio vennero zittite e si accese luce verde.
Gli enormi sforzi profusi per portare a termine con successo l’operazione inizialmente sembrarono dare i loro frutti. Furono molti i coloni che migrarono sul mondo, erigendo i primi avamposti della colonia sulle calotte glaciali nel polo nord. Lo snodo commerciale costiero di Carteyna crebbe rapidamente e divenne il più grande di questi nuovi insediamenti e raggiunse talmente tanta popolarità in quei primi anni che il pianeta stesso divenne noto con lo stesso nome.
Purtroppo, questi primi successi durarono poco. Le condizioni atmosferiche iniziarono presto a peggiorare tornando tossiche e gli abitanti furono costretti a rimanere all’interno degli avamposti sigillati sotto la superficie dell’oceano. Tuttavia, il primo tentativo non fu l’ultimo. Con le infrastrutture già sul posto e l’autosufficienza atmosferica apparentemente a portata di mano, i geoingegneri si sentirono incoraggiati a riprovarci. Senza dimenticare l’incentivo finanziario: se il mondo avesse potuto diventare più ecologico, le sue risorse avrebbero avuto un valore considerevole. Nel corso dei secoli successivi, si susseguirono numerosi tentativi di terraformare Carteyna mentre la geotecnologia compiva passi da gigante e i nuovi prototipi venivano testati senza successo. Questo avanti e indietro continuò fino all’inizio del 30° secolo, quando tutte le speranze di terraformare il pianeta sembravano ormai svanite del tutto.
DALLE PROFONDITÀ
Fu nel 2898 che una ricercatrice delle profondità marine, la Dott.sa Satomi Bechtel, notò un intricato motivo inciso sulla superficie di una sonda subacquea tornata da una spedizione. In seguito ad ulteriori controlli, scoprì che era stato opera di una colonia di zooplancton microscopico conosciuto come Canolisca. La Dott.sa Bechtel si sorprese del fatto perché la specie, precedentemente studiata dai ricercatori, non aveva mai mostrato un simile comportamento.
Negli anni seguenti, la Dott.sa Bechtel si dedicò anima e corpo allo studio della Canolisca. In seguito al ritrovamento di dozzine di luoghi che ne portavano i segni, scoprì che l’intricato motivo sulla sonda non era un caso isolato. Ma la vera svolta avvenne quando scoprì che ad intervalli regolari i motivi venivano ricoperti da un’alga particolare con una densità molto più elevata che in qualunque altro luogo. Nella sua rivoluzionaria ricerca del 2902, la dottoressa proponeva che queste scanalature fossero in realtà la prova di tecniche agricole avanzate. Credeva fermamente che l’ultimo tentativo di terraformazione avesse provocato una tale espansione dell’alga da fornire alla Canolisca risorse sufficienti per iniziare a sviluppare una specializzazione sociale, e che le colonie di zooplancton fossero avanzate al punto da poter quasi essere considerate sull’orlo della sapienza.
UNA PARI OPPORTUNITÀ
Mentre i documenti della ricerca attiravano sempre più attenzione, scienziati e sostenitori dei diritti per le razze aliene iniziarono a chiedere di mettere questa specie in via di sviluppo sotto la protezione dell’Atto per le Pari Opportunità. Tuttavia, la situazione era unica in quanto precedentemente l’APO era stato emanato soltanto per pianeti appena scoperti. Non era mai successo che una specie venisse classificata come protetta centinaia di anni dopo l’insediamento Umano. Lo status dell’APO sarebbe stato concesso con la consapevolezza che gli abitanti avrebbero dovuto reinsediarsi altrove, ma i cittadini di Carteyna avviarono rapidamente un’azione legale per difendere i propri diritti. Nonostante la loro posizione perlopiù non fosse condivisa, a causa del fascino che provava l’Impero nei confronti dei Canesi (come venivano chiamati) la situazione era tutt’altro che chiara. Ci vollero anni di battibecchi legali prima che venisse raggiunto il compromesso noto come “Accordo sullo Sviluppo delle Specie di Cano.” (Cano Species Development Accord – CSDA)
Sotto i termini dell’Accordo, il governo locale stabilì un corpo amministrativo noto come Ufficio del CSDA per proteggere e gestire il settore oceanico dove la Canolisca si stava sviluppando. L’Ufficio del CSDA è off limits per tutti tranne scienziati e personale autorizzato, e dirige una forza di sicurezza per assicurarsi che lo zooplancton rimanga indisturbato. Oltre a questo, la raccolta di risorse è gestita in modo rigoroso, sono vietati ulteriori tentativi di terraformazione e a coloro che vivono sul pianeta sono concesse le arcologie erette in passato al Polo Nord. In cambio dei sacrifici dovuti all’Accordo, alle famiglie che per generazioni hanno visto in Cano una casa è consentito di continuare a vivere lì. In effetti, grazie al rinnovato interesse nel Sistema generato dalla scoperta della Canolisca e all’afflusso di crediti garantiti dal settore di ricerca UEE, sembra non esserci mai stato periodo migliore per vivere nel Sistema Cano.
CANO I
Questo piccolo mesopianeta, che orbita velocemente ed in rotazione sincrona con la sua stella, è ricco di formazioni cristalline che corrono lungo la sua crosta nei pressi del terminatore. A causa del materiale fuso supersaturo che scorre verso il lato oscuro del pianeta, il materiale extra viene espulso mentre si raffredda causando una crescita continua di queste splendide strutture. Sfortunatamente, l’ambiente inospitale rende le visite di queste meraviglie della natura piuttosto difficili.
CARTEYNA (CANO II)
A causa delle restrizioni attuate dal CSDA, la maggior parte degli abitanti del pianeta è stata riallocata a Carteyna City. Situata sotto la calotta di ghiaccio, nelle profondità acquatiche riscaldate da fonti geotermiche, nel corso dei secoli ciò che aveva cominciato ad esistere come snodo di scambio si è sviluppato in un’arcologia di notevoli dimensioni. Nonostante la popolazione del pianeta non sia particolarmente numerosa, il fatto che questa si trovi addensata tutta nella stessa area rende Carteyna un luogo piuttosto vivace. Soprattutto da quando la maggior parte dei commerci è stata limitata alle acque delle coste del Polo Nord.
Anche i viaggi verso l’emisfero meridionale sono limitati. Prima dell’Accordo, erano state costruite isole sparse con la funzione di zone d’atterraggio. Ma al di fuori di alcune di esse, scelte dall’Ufficio del CSDA per supportare le loro operazioni, molte sono state abbandonate. Sebbene alcuni di questi avamposti galleggianti siano ormai affondati e diventati barriere artificiali, quelli ancora in superficie sono occupati da uccelli o grandi popolazioni di crostacei o ancora, fatto più preoccupante, hanno offerto rifugio a fuorilegge, operazioni di commercio illegale e bracconieri che sperano di guadagnare qualche soldo dalla vendita della Canolisca.
CANO III
Considerato che la geo-manipolazione di Carteyna non era più un’opzione, le imprese coinvolte erano restie a vedere i loro investimenti completamente persi. Nel tentativo di fare buon viso a cattivo gioco al meglio delle loro possibilità, presero la maggior parte di risorse ed equipaggiamento per la terraformazione e lo spostarono su Cano III, focalizzandosi sulla ricerca di qualche modo per rendere abitabile il pianeta smog. Un obiettivo difficile a dir poco, che normalmente sarebbe proibitivo poter supportare – ma le circostanze uniche del Sistema hanno concesso agli scienziati l’opportunità di avanzare in questo campo della ricerca.
POX (CANO IV)
Viaggiate oltre la cintura di asteroidi del Sistema e troverete il suo ultimo mondo, un gigante gassoso con le sue distinte strisce color ruggine causate da potenti correnti atmosferiche. È questa stessa fortissima turbolenza a causare la moltitudine di enormi mega-tempeste chilometriche che nascono continuamente sulla superficie di Cano IV. A differenza di altri giganti gassosi, dove le tempeste possono durare per anni o decenni, il tempo qui è decisamente più irregolare, con vortici mortali che si formano all’improvviso. Raccogliere risorse su questo pianeta può rivelarsi molto pericoloso a causa di questi fenomeni metereologici imprevedibili. Il suo aspetto emaciato e la tendenza a distruggere le installazioni di raccolta gli hanno fatto guadagnare il nome di Pox (ndt. tra le altre, varicella). Sono tuttavia molte le persone che provano a fare fortuna lì, grazie al fatto che le risorse più preziose vengono trascinate nell’atmosfera alta proprio dalle tempeste.
AVVISI DI VIAGGIO
Cano I negli anni recenti si è fatto la nomea di “trappola per turisti,” in quanto coloro che visitano il pianeta per dare un’occhiata alle sue bellezze naturali restano bloccati lì. Con tre morti segnalate solo in quest’ultimo anno, si raccomanda a coloro che desiderano godersi il panorama di farlo tramite un simpod.
VOCI NEL VENTO
“La comunicazione tra singoli Canolisca sembra possibile tramite il rilascio di complicate catene di feromoni molecolari nell’acqua circostante. Tramite questo metodo, sono in grado di passare informazioni da un’estremità della colonia all’altra con grande velocità.”
– Dr. Satomi Bechtel, Valutazione della Canolisca negli Oceani Meridionali di Carteyna, 2902
“L’affermazione che la vita di qualche microscopica creatura per l’Impero debba avere più importanza di un Cittadino qualunque è offensiva e ridicola.”
– Arron Juarez, Dichiarazione d’Apertura, Udienza FCA su Cano, 02.06.2903
Articolo originale disponibile presso Roberts Space Industries.